Il cersaie: un rito pagano
Ogni anno, esattamente all’equinozio di autunno tutti i ceramisti devono obbligatoriamente compiere il pellegrinaggio al Cersaie.
Per il Ceramista Anonimo è l’equivalente del Camino de Santiago, o del Giubileo di Roma che ogni 50 anni cancella tutti i peccati. Solo che a Cersaie si deve presenziare ogni anno e non una volta nella vita.
Per gli estranei, l’area del Cersaie appare come un mix emiliano tra Woodstock, la Fashion Week di Milano e le Feste dell’Unità anni ’80. Qui 100.000 ceramisti si radunano nel perimetro della Fiera di Bologna.
La Grande Tribù Ceramica si divide tra venditori e compratori, che fanno capo a uno o più stand, monumentali costruzioni realizzate dalle varie marche produttrici. A questo popolo si aggiunge una platea di apolidi suddivisa tra fornitori, privati e detestabili curiosi, che sono senza patria e senza stand.
Durante i 5 giorni di celebrazioni si polverizzano innumerevoli autobotti di prosecco, camion di caffè, container di panini e finger-food.
